Corona virus e coworking. Quando la gestione dello straordinario è esercizio quotidiano

Lavorare in coworking ai tempi del corona virus è possibile senza abbandonarsi inutilmente al panico. Ovviamente sono necessari buon senso e le dovute accortezze. Gli operatori stanno adottando misure significative per mantenere sicurezza degli spazi e per assicurare condizioni di igiene e comportamenti compatibili con la situazione attuale. Qui trovi un resoconto, dei consigli e gli strumenti per seguire l’evoluzione della situazione.

 

Articolo del 15 marzo 2020: ultimo aggiornamento del 15 aprile 2020 

Sanificazione degli spazi – Cosa cambia con gli ultimi decreti

Come già segnalato, fin dalle prime battute di quest’emergenza, molti spazi si sono dati da fare per garantire a chi avesse ancora necessità di utilizzare il proprio ufficio o la propria postazione in coworking, di lavorare nella massima sicurezza possibile da un punto di vista igienico – sanitario.

Ma cosa prevedono esattamente le normative in materia? Sindacati ed imprese hanno sottoscritto “un protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio da nuovo coronavirus e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro.”  In sostanza con questo documento, datato 17 marzo, si stabilisce che gli spazi di lavoro, in particolar modo quelli comuni, debbano essere soggetti a “sanificazione periodica e pulizia giornaliera con appositi detergenti.” 

Una spesa non indifferente se consideriamo che una sanificazione efficace, prevede l’utilizzo di macchinari e tecnologie particolari come ad esempio quelli a base di ozono. Con il decreto Liquidità (Dl 23/2020), si accorda un’agevolazione fiscale per le “spese sostenute nel 2020 per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale” (mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, detergenti per le mani, disinfettanti ecc.) e “dispositivi di sicurezza utili a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale” (barriere, pannelli protettivi). Ovviamente le disposizioni in materia di igiene e sanificazione degli ambienti sono obbligatorie, al momento, solo per le categorie non interessate dal lock down imposto dal Governo. Per tutti gli altri, fino a nuovo decreto, l’unico obbligo a cui attenersi è purtroppo quello di restare chiusi. I coworking rientrano a pieno titolo in quelle categorie di attività professionali esenti dal decreto di chiusura, grazie alla loro natura “ibrida”. Sarà interessante capire come questo intenso periodo di stravolgimenti economici e non solo, influirà sullo sviluppo del fenomeno coworking in Italia consapevoli che, in questo momento, ognuno sta elaborando la propria strategia di sopravvivenza, con un occhio alla contingenza del presente e l’altro, come sempre, proiettato nella fertile e stimolante incertezza del futuro. 


Corona virus e coworking – le contromosse

Nonostante un presente fatto di incertezza e norme igienico sanitarie sempre più restrittive a cui attenersi, i coworking, com’è nella loro natura flessibile e resiliente, stanno trovando, ognuno a suo modo, una strada per reagire.  

Ed ecco allora che si moltiplicano le soluzioni sviluppate dai coworking manager italiani per far fronte alle disposizioni ministeriali in materia igienico sanitaria:

  • le scrivanie sono distanziate o ridotte per assicurare la distanza tra gli utenti,
  • i tavoli di gruppo e molti hotdesk sono sospesi a favore di postazioni individuali distanziate
  • gli eventi comunitari sono rimandati a data da destinarsi 
  • l’utilizzo delle sale riunioni è limitato al numero di persone con cui è possibile mantenere il droplet previsto
  • l’ingresso negli spazi è talvolta contingentato, al fine di garantire le distanze di sicurezza, l’areazione e il resto delle procedure, in alcuni casi è consentito solo ai membri

Gli spazi sono attrezzati con dispenser di amuchina e altri gel antibatterici, e in molti casi con piani straordinari di igienizzazione giornaliera, alcuni davvero eccezionali come la sanificazione degli spazi con ozono organizzata da Copernico.

Per fare fronte alla chiusura delle scuole e ai grandi disagi per le famiglie di lavoratori alcuni coworking hanno implementato servizi come quello di babysitting per garantire a smartworker e freelancer tutto il supporto necessario a proseguire la propria attività professionale (scopri i coworking in italia che offrono servizio di babysitting qui

 

 

Corona virus e coworking – Cosa fare in caso di eventi, meeting e workshop?

 

Toolbox, storico e bellissimo coworking torinese l’ha chiamato il “Management dell’Incertezza”. E di fatto gestire eventi, workshop, formazioni e tutte le altre situazioni che potrebbero generare assembramenti di persone e un po’ come gestire l’incertezza in questa fase. Devono essere rimandati o realizzati in altro modo? I coworking come si stanno organizzando?

In molti casi, l’organizzazione degli eventi si è dovuta arrendere alle disposizioni ministeriali annullando o rinviando la maggior parte degli appuntamenti in calendario.

Man mano però, e i coworking lo fanno prima e meglio di altri, gli eventi si stanno semplicemente trasformati da “reali” a virtuali.

È il caso ad esempio di Talent Garden, che ha previsto per i prossimi giorni numerosi incontri in streaming lasciando di fatto intatto il suo nutrito carnet di eventi sul tema dell’innovazione. Lo stesso vale per i corsi formativi che da anni contraddistinguono le sedi targate TAG, garantiti tramite lecture online.

Sulla stessa falsariga anche un altro colosso del coworking in Italia come Copernico che, con sistemi di videoconferenza, sta cercando di limitare al minimo l’impatto dell’emergenza coronavirus sulle proprie attività.

 

Ma anche tanti coworking indipendenti stanno mettendo a disposizione la loro infrastruttura e le loro conoscenze per realizzare eventi online.

 

 

Chiudiamo con una nota positiva?

La situazione è dunque seria e sta impattando in modo significativo su tanti aspetti dell’economia nostrana ma ancora una volta, gli spazi di coworking, si mostrano molto più predisposti ad accettare il cambiamento, affrontarlo e adattarsi alle situazioni di emergenza con molta più facilità. 

 

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La situazione è incerta e cambia di ora in ora per questo su Italian Coworking puoi verificare le news relative all’emergenza sanitaria di ogni spazio. Leggi sulle pagine degli spazi che mostrano il badge rosso sopra perché hanno un aggiornamento importante su apertura/chiusura, procedure, accessi e altro relativo a covid-19.

L’economia italiana sembra stia accusando pesantemente il colpo ma a fronte delle gravi perdite di molte aziende nei più disparati settori, c’è chi si sta iniziando ad attrezzare per far fronte all’emergenza.

In fondo è sempre dalle crisi che emergono nuove opportunità.

 

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora; senza crisi qualsiasi vento diventa una brezza leggera. Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.

Molte aziende hanno infatti colto la palla al balzo per avviare una massiccia sperimentazione di soluzioni di lavoro come lo smartworking, permettendo così di salvaguardare la continuità operativa dei propri dipendenti facendoli lavorare da remoto.

La tendenza sembra possa premiare, almeno a lungo termine, gli uffici che già da diversi anni ospitano professionisti e dipendenti di aziende che lavorano in smartworking o comunque da remoto. È il caso ovviamente degli spazi di coworking che potrebbero, con ogni probabilità, trarre notevoli vantaggi dal definitivo sdoganamento di questa nuova metodologia di lavoro smart.

 

Anche se con la dovute accortezze, si può e si deve guardare al futuro senza panico.

Voi cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti o sui nostri socials 

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