Avvocati in coworking: si può?

Avvocati in coworking, davvero? Quando si pensa alla professione di avvocato la si associa generalmente allo “studio”, lo studio legale, ovvero ad uno spazio privato di rappresentanza dove ricevere i propri clienti. Targa, citofono, titoli appesi, segreteria, libreria, sala riunioni, ecc..

E’ il più classico degli uffici privati, luogo fisico e simbolico dell’avvocato, che lo rappresenta e spesso anticipa ai nuovi clienti informazioni sulla sua professionalità, il suo track record, la sua personalità e, ovviamente, i costi da prevedere. Lo studio è il luogo degli avvocati per eccellenza, anche quando è condiviso, come succede negli studi legale di associati. Ma con l’avvento di coworking, cosa è cambiato per gli avvocati? Nulla?

Questione spinosa quella del rapporto tra le professioni storiche e il coworking, soprattutto in relazione agli avvocati. L’amore tra loro stenta ancora a decollare. Perchè? 

Se non sembra possibile che la scintilla possa nascere da questioni legate ai costi da sostenere per l’ufficio (che comunque assillano la maggior parte degli avvocati in Italia, dobbiamo dirlo), allora viene da pensare che non sono stati colti a pieno i tanti vantaggi offerti dai coworking: a partire delle sinergie con altre figure professionali (diverse da quelle legali), fino all’accessibilità e alla visibilità a nuovi clienti.

Resistenze della tradizione o difficoltà degli operatori a far conoscere le opportunità che questi professionisti otterrebbero dai coworking?

A dir la verità, oggigiorno registriamo un aumento della presenza di avvocati in coworking e almeno per alcuni servizi come le sale meeting le cose stanno cambiando velocemente. Sempre più avvocati stanno lasciando gli vecchi uffici tradizionali per aprirsi al mondo della condivisione. Ed ecco perchè abbiamo deciso di affrontare questo tema. Avvocati in coworking si può e anche loro possono beneficiare degli spazi di lavoro condiviso.

Non ci credi? Allora ti conviene leggere l’articolo! Ready? Steady… Go!

 


Avvocati in coworking: quali sono i benefits?

Se vi suona ancora un po’ strano che gli avvocati possano preferire gli spazi di lavoro condiviso al loro studio privato, lasciate che vi illustriamo qualche benefits che giustificherebbero la scelta. Parliamo delle opportunità degli spazi condivisi con aziende e altri professionisti non nel campo legale. 

Se è molto diffusa la condivisione tra professionisti della stessa area, ma con specializzazioni diverse, e sono noti i vantaggi della collaborazione e dell’offerta di servizi diversificati alla clientela – un po’ come funzionano i poliambulatori per il settore medico, meno lo sono le opportunità che si trovano quando i colleghi non appartengono allo stesso settore. 

Nel primo caso i vantaggi sarebbero quello dell’associazione (offerta di servizi diversificati, rispetto delle competenze e condivisione delle opportunità e di molti costi di spesa), nel secondo i vantaggi si ritrovano nella possibilità di: 

1. acquisire nuovi clienti tra i coworkers e i loro clienti, 

2. innovare il modo di gestire il proprio lavoro (che con la digitalizzazione assomiglia affronta problematiche comuni a tante professionalità); 

3. Acquisire competenze extracurriculari: i nuovi settori del digitale e dell’innovazione, molto presenti nei coworking, man mano che diventano maturi vengono normati e generano contenziosi, ergo nuove opportunità di lavoro.

Insomma, possibilità di fare marketing professionale (essere visibili ad una potenziale clientela molto più vasta), lavorare più smart e trovare partner nella pesante gestione della parte amministrativa del lavoro e infine nuotare in un oceano blu dove ci sono ancora pochi concorrenti preparati su temi specifici e reali del digitale e dell’innovazione.  

I limiti psicologici al coworking per gli avvocati: Ufficio privato vs Open space

È un dato di fatto che il coworking sia stato una rivoluzione copernicana in seno al mondo del lavoro che ha reinventato radicalmente l’idea di ufficio privato tradizionale. Un solo tabù resta al coworking italiano: l’avvocato in openspace.

Nell’immaginario collettivo, un avvocato (associato e non) gravita intorno ad uno studio privato dove conserva le carte dei clienti, ma una tale idea è ormai superata da tempo, in quanto la digital transformation ha toccato anche la professione forense, riducendo non solo i problemi legati alla reperibilità delle fonti, ma anche l‘archiviazione dei dati a portata di un semplice click. Il kit essenziale dell’avvocato oggi è costituito da un pc e una connessione internet, nonché dalla propria testa, dall’esperienza, dalle relazioni e, non ultime, dalle migliaia di password e credenziali per l’accesso ai più disparati sistemi informatici con cui è costretto ad operare. Guarda caso, sono cose che trovano ottima collocazione in coworking. 

Se così stanno le cose, anche l’open space andrebbe bene in coworking, a stretto contatto con altri professionisti e dove si guadagna terreno sia in termini di relazione umane, sia di business, sia di costi (il che non guasta mai). 

Ad accogliere i clienti ci pensa la reception, che li porta direttamente un un’accogliente sala riunione, del tutto privata. Molti coworking hanno più ingressi e soluzioni dedicate per il rispetto della privacy dei clienti esterni (ma di privacy ne parliamo tra un momento).

Insomma, in openspace l’avvocato ci può stare benissimo e avrebbe i vantaggi che abbiamo elencato sopra. Ma se proprio non volesse rinunciare ai titoli incorniciati e appesi o ad un rito personalizzato di accoglienza e gestione dei clienti, può sempre trovare nei coworking stanze e uffici privati di varie dimensioni. La maggioranza dei coworking è dotato di uffici privati di varia capienza, e alcuni possono essere anche più prestigiosi di molti “studi legali” con dotazioni e servizi che anche in studi associati avrebbero un costo nettamente superiore. Ce n’è per tutte le tasche ma è di sicuro una soluzione che dovrebbero considerare.

CowoNolo →

Nell’ultimo anno ha ricevuto più richieste di postazioni da lavoratori in smartworking?

Si decisamente! Il mercato sembra davvero più vivace.

Pensa che il Day Pass l’abbia aiutato? Cosa l’ha spinto ad aderire al servizio?

Senza ombra di dubbio! Sia per farmi conoscere come realtà sia per dare un servizio di “appoggio” a coworker o aziende in transizione.

Ho pensato che il progetto fosse molto interessante e che mi desse la possibilità di aprire un nuovo canale al di fuori dei classici proposti.

Ha soddisfatto le sue aspettative? Cosa ha apprezzato di più?

Al 100%, anzi, di più. La professionalità del team che ha creato il prodotto, la trasparenza nella comunicazione, e l’immediato riscontro.

Cosa pensa possa essere migliorato?

Forse il flusso… ma è davvero un dettaglio.

Lo consiglierebbe ad altri coworking manager?

Certamente! Sono a disposizione per incontrare altri gestori e sarò lieto di farvi da testimonial!

 

È un dato di fatto che, da un lato, la modalità di lavoro sia cambiata e insieme ad essa la concezione degli spazi in cui praticarlo. Di conseguenza è stata del tutto sdoganata l’idea che per esercitare l’avvocatura sia indispensabile un ufficio privato, o quantomeno resta circoscritta ad una scelta del tutto personale; di fatto, non è più un criterio generale.

 

Ottimizzazione dei costi e pensare in grande

Sicuramente, il vantaggio che salta subito all’occhio quando si parla di coworking è il fattore economico – sebbene come anticipato non sia ovunque così; se il mercato immobiliare degli uffici, soprattutto nei grandi centri urbani, è molto oneroso, gli spazi condivisi di lavoro come i coworking permettono di: 

  1. essere flessibili e adattare lo spazio ai volumi di lavoro;
  2. liberarsi da incombenze di gestione dello spazio e pagare una fattura per tutto quello che occorre;
  3. accendere e spegnere alla bisogna i servizi aggiuntivi (molti sono già inclusi e non c’è da pensarci, es. la reception per l’accoglienza dei clienti). Se in un periodo dell’anno si ha bisogno di un supporto di segreteria per la gestione degli appuntamenti basta parlare 2 min con il coworking manager e penserà tutto lui a prezzi convenienti.
  4. organizzare un evento o una serie di appuntamenti, anche formativi – Se nella vostra attività trovate utile espandere il vostro network attraverso gli eventi, il coworking è per voi una risorsa davvero preziosa.
  5. Utilizzare gratuitamente altri spazi in trasferta in altri quartieri o in altre città. Programmi come Coworking Visa o altri programmi di ospitalità permettono di utilizzare gratuitamente i servizi di altri spazi di coworking della rete. 

 

tips →

Logo Coworking VisaScopri quello che offre il Programma Coworking Visa a chi viaggia per lavoro in altre città o cerca uno spazio in un altro quartiere. Cerca il simbolo IC Visa nelle schede degli spazi e nelle nostre guide.

 

 

Infine il design. Si è parlato di quanto il design degli ambienti lavorativi incida soprattutto in termini di produttività.  Sono stati progettati nuovi spazi, talvolta capolavori architettonici, che propongono ambienti esteticamente appealing, ciascuno secondo il proprio stile. La scelta è molto varia in questo senso, ed è scandita soprattutto dalle esigenze del proprio business; non è difficile che un avvocato che abbia bisogno di un ufficio di rappresentanza, magari inteso come sede dislocata in cui ricevere su appuntamenti in determinati giorni e orari stabiliti, scelga il coworking. L’offerta è varia, e spazia da coworking di grandi dimensioni che generalmente fanno capo a network di reti a coworking di piccole/ medie dimensioni indipendenti. 

In ogni caso, la scelta è vasta, basti guardare la gallery che abbiamo selezionato per  10 coworking di design.

Il networking non fa rima con concorrenza

L’ultimo benefit sicuramente importante e da valorizzare è costituito dal networking. I professionisti conoscono da sempre l’importanza del networking. Tuttavia, il networking è spesso confuso con la concorrenza. Uno degli scogli che ancora si frappone fra l’avvocato e il suo coworking dei sogni è infatti il timore della concorrenza che potrebbe trovarci. Secondo questa logica due avvocati matrimonialisti non potrebbero convivere nello stesso coworking per il timore costante che uno faccia le scarpe all’altro. Da qui, l’idea che l’inclusività funzioni solo in ottica di aree di specializzazione differente (ricordate gli spazi polifunzionali?). Ok, argomentazione interessante, ma non possiamo non fare la parte dell’avvocato del diavolo, per restare in tema. 

Siamo sicuri che un contesto competitivo sia uno svantaggio? O vantaggi come poter buttare un occhio a come la concorrenza lavora e gestisce i clienti è una grande opportunità per migliorarsi imparando dagli altri?

Posto che la concorrenza è accettata quotidianamente da tante professionalità all’interno dei coworking, possiamo solo dire che questo è di solito un tema abbastanza sopravvalutato e che l’incidenza della competizione è di solito molto più scarsa delle opportunità che si presentano. 

Privacy: è davvero ancora un problema?

Diversa è la questione della privacy, che è sempre molto delicata, e in relazione alla possibilità di avere avvocati in coworking, si riferisce principalmente a due punti salienti:

  • La conservazione della documentazione dei clienti 
  • La privacy dei clienti ricevuti

Un avvocato gestisce innumerevoli documenti, ha sottomano molti dati. Garantire la privacy e la conservazione di questi ultimi rientra nei suoi doveri. Ed è a questo proposito che il dubbio sulla legittimità di scegliere un coworking può farsi spazio nella sua mente. Tuttavia, anche in questo caso bisogna riconoscere che la trasformazione digitale ha portato con sé un cambiamento nella gestione e archiviazione dei dati. Oggi quasi tutti i sistemi di archivi sono in cloud, consultabili sulla rete. Tutti i dati vengono digitalizzati e tenuti al sicuro grazie alla tecnologia, lasciando anche gli avvocati in coworking ampio margine di sicurezza.

L’evoluzione tecnologica che stiamo vivendo ci sta aprendo a nuove modalità di lavoro smart, in base alle quali anche le professioni più tradizionali, adesso, hanno la possibilità di esercitare il proprio lavoro da remoto. Il mondo dell’avvocatura non fa eccezione: per un cliente che non riesce ad essere in presentia, non dovrà rinunciare alla consulenza, utilizzando tranquillamente Meet o Zoom, ad esempio. Addirittura, si sta ripensando il modo tenere udienza, per convertirla al digitale.

Più controverso è, invece, il discorso relativo ai clienti da ricevere. Generalmente questa è anche la discriminante verso l’open space, in quanto si perderebbe l’elemento essenziale che ogni cliente esige: la privacy. Se per gli avvocati penalisti potrebbe essere più difficile l’ingresso in cowoking, per altri come i civilisti o amministrativi, non si riscontrano problemi di sorta.  

Il caso in cui si scelga un ufficio privato, la questione non si pone, in quanto una volta che il cliente si chiude alle spalle la porta dell’ufficio del suo avvocato, può parlare liberamente senza il timore che qualcuno possa disturbarli. 

Ma lo stesso vale anche per l’avvocato in coworking open space, che può accogliere direttamente i suoi clientinelle sale riunioni. 

Forse, per questo caso specifico la difficoltà sarebbe più legata alla disponibilità delle sale. Se un appuntamento preso con largo anticipo è comodo da gestire per la prenotazione degli spazi all’interno di sale riunioni, qualche difficoltà può nascere nel caso di appuntamenti improvvisi, in quanto potrebbe non essere garantita la disponibilità delle sale.

Tuttavia, il dubbio a questo punto è lecito: se gli avvocati ricevono su appuntamenti, quante probabilità di gestire casi del genere ci sono? 

Speriamo di avervi dimostrato che: avvocati in coworking si può, e che ci starebbero anche molto bene. Siete d’accordo? Non lo siete?  

 


 

Scrivici nei commenti cosa ne pensate e se abbiamo tralasciato qualche fattore che ostacola il trionfale ingresso degli avvocati in coworking. Vogliamo conoscere la tua opinione!

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